Che differenza c'è tra supplì e arancini?

Che differenza c'è tra supplì e arancini?

L’Italia è un Paese amato e apprezzato nel mondo per l’incredibile concentrazione di prelibatezze culinarie che sa offrire e che sono capaci di conquistare il cuore di tutti. La tradizione culinaria italiana si diversifica di regione in regione proponendo tante bontà come gli arancini e i supplì, i quali, ai meno attenti, potrebbero apparire come due modi diversi di chiamare il medesimo prodotto, ma che in realtà presentano differenze sostanziali. Scopriamo che differenza c’è tra supplì e arancini.

Arancini: le origini

Per capire che differenza c’è tra supplì e arancini è necessario parlare delle rispettive origini e di cosa rappresenta per il territorio che ne ha la paternità. Si tratta di una specialità della cucina siciliana, e si presenta come una pallina di riso impanata e fritta. La sua forma originale è quello di un cono con un diametro che solitamente nella parte bassa è di circa 8 cm e al suo interno c'è un gustoso ripieno fatto con ragù, caciocavallo, piselli, un po' di mozzarella e prosciutto cotto. Il motivo per il quale a questa bontà venne dato il nome di arancino, riguarda proprio la sua forma e il suo tipico colore arancione che ricordano un’arancia siciliana. Come tanti altri piatti che hanno ottenuto un grandissimo successo in tutto il mondo anche l'arancino ha origini popolari e contadine, seppur non è possibile stabilire con certezza il periodo in cui sia stato per la prima volta realizzato. Secondo una versione, la prima realizzazione di questo prodotto avvenne a Siracusa il 13 dicembre del 1646 in onore della festa di Santa Lucia e per festeggiare l'arrivo al porto cittadino di una nave piena zeppa di grano. Questo fatto fu importante perché il territorio siciliano e in particolare Siracusa veniva da un periodo di grande carestia che aveva comportato non pochi problemi per il popolo. Per la precisione, per festeggiare l'evento venne preparato un nuovo dolce chiamato cuccia che aveva come ingrediente principale i chicchi di grano non macinati, miele, ricotta e una forma che ricordava quella dell'arancia. Secondo alcune correnti di pensiero l'arancino è stata una rivisitazione di questo dolce in chiave salata. Tra l'altro le diatribe sul territorio siciliano circa l'arancino non finiscono qui, perché in alcune zone viene chiamata arancina.

Supplì: le origini

Il supplì è notoriamente una bontà della tradizione culinaria romana la cui denominazione è una rivisitazione del termine francese “surprise” per indicare la sorpresa che esso nasconde. La sua forma è quella di una sfera allungata ai lati e al suo interno è prevista una farcitura a base di riso bollito con sugo di carne, uova crude, mozzarella e latte per poi passarlo nel pane grattugiato prima di essere fritto in olio bollente. Si tratta a sua volta di un prodotto nato dalla tradizione popolare per il quale purtroppo è difficile stabilire una ricostruzione storica, perché in un tal senso, non ci sono correnti di pensiero. Tuttavia, c'è una storia mista leggenda secondo la quale questo prodotto sia nato nei primi anni dell'Ottocento grazie a un soldato francese che mentre passeggiava per le strade di Roma ha preso una polpetta di riso che era stata appena fritta. Il soldato rimase stupito della presenza della mozzarella in questa polpetta ed è per questo che lui esclamò surprise e da qui l'italianizzazione del termine supplì. Invece la prima volta che questo prodotto venne inserito in un menù delle trattorie romane era il 1874, in particolare fu inserito dalla storica trattoria della lepre.

Che differenza c’è tra supplì e arancino

Innanzitutto queste due bontà della cucina italiana differiscono per forma: come abbiamo detto, l'arancino è un cono con punta sottile; mentre i supplì sono delle sfere molto schiacciate ai lati e allungate come una sorta di cilindro posizionato sulla superficie laterale. Ci sono poi differenze importanti per quanto riguarda la farcitura degli ingredienti che vengono utilizzati perché l'arancino al suo interno nella ricetta tradizionale è ricco, cosa che invece non avviene con i supplì che sono a base di pochi e semplici ingredienti. Tra l'altro volendo scomodare la più antica ricetta dei supplì c'è da sottolineare che un tempo si inserivano all'interno dell'impasto anche delle rigaglie di pollo che oggi sono un po' in disuso anche per una questione di praticità e sono state poi sostituite dalla carne macinata. Mentre l'arancino va cotto esclusivamente in olio, i supplì invece possono essere anche proposti al forno. Infine c'è da considerare anche una differenza dal punto di vista concettuale perché i supplì vengono visti come un antipasto come del resto si può facilmente appurare dando un'occhiata ai menù delle pizzerie o di uno street food mentre si passeggia per le strade del centro storico di una qualsiasi cittadina italiana. Al contrario, gli arancini anche per una questione di grandezza vengono visti come una portata completa vera e propria perché un paio di questi possono tranquillamente sostituire un pasto completo. Tutte queste sottili, ma importanti differenze possono essere apprezzate seguendo un corso per diventare cuoco professionista, uno strumento indispensabile per chi vuole avviarsi a un lavoro nel settore della ristorazione che oggi sa regalare tantissime soddisfazioni.