La centralità delle emozioni nell’apprendimento
Il ruolo delle emozioni nell’apprendimento non è secondario e
contribuisce a una crescita e uno sviluppo equilibrati. In base alle emozioni
provate, cambiano significativamente alcuni parametri che comportano reazioni
fisiche abbastanza riconoscibili e misurabili, per esempio, con una maggiore
sudorazione e un battito cardiaco accelerato. Nel corso della storia si è
sempre ritenuto che, per apprendere bene, le emozioni andassero totalmente
escluse dal processo. Oggi invece le neuroscienze ci hanno dimostrato
ampiamente che le emozioni possono interferire con l’apprendimento. È stato
dimostrato scientificamente che le emozioni svolgono un ruolo fondamentale
in tutto il processo di apprendimento perché hanno la facoltà di inibire,
attivare, potenziare, o annullare ogni processo cognitivo.
Le ricerche che sono state condotte in questo specifico ambito, hanno mostrato
che la paura, o la sensazione di colpa provata nel momento in cui si
intraprende la conoscenza di un nuovo contenuto, possono inibire
l’apprendimento. Le emozioni vissute nel momento in cui si approccia un
argomento da imparare, nel corso degli anni verranno sempre associate ad esso.
Se, per esempio, ci si sente tristi quando si impara la storia di Roma, anche
negli anni a seguire si continuerà ad associare la tristezza alla storia di
Roma, riattivando ogni volta un circolo negativo che impedirà di imparare
correttamente quel contenuto.
Gli educatori promuovono sempre l’apprendimento di natura cognitivo, ma
troppo spesso si concentrano sulle prestazioni tralasciando l’aspetto
emotivo. Poco a poco però questa tendenza sta cambiando e fra docenti ed
educatori si sta sviluppando una conoscenza maggiore di questo problema.
Per avere il giusto approccio a tematiche così delicate e fondamentali per lo
sviluppo cognitivo ed emotivo dei bambini, è importante conoscere gli argomenti
magari seguendo un corso per Assistente
all’Infanzia realizzato da specialisti del settore.
L’importanza delle emozioni riguarda tutte le fasi educative della vita
dei bambini, dai primi mesi di vita, a quando imparano a parlare e a
relazionarsi con gli altri, fino alla scuola secondaria.
L’importanza e il ruolo di educatori e insegnanti
Uno dei fenomeni di emozioni negative associate all’apprendimento più
frequenti è quello della paura della matematica. Questo legame è stato chiamato
matofobia e non coinvolge solo i bambini e i ragazzi, ma anche gli adulti.
Spesso gli adulti che provano avversione per questa materia hanno ricordi
negativi nei confronti della matematica associati a insuccessi scolastici, o a
un senso generalizzato di impotenza e inadeguatezza. Assieme a questa paura
rimane anche il ricordo del nome e del volto di un insegnante sempre pronto a
giudicare e additare le difficoltà riscontrate.
Le emozioni che naturalmente nascono durante l’apprendimento,
sono strettamente collegate al comportamento tenuto in classe dall’insegnante.
Gli educatori troppo severi, stressanti, impazienti e solo interessati ai
risultati ottenuti dai propri alunni, trasmettono al contempo il senso di colpa
e di forte inadeguatezza a chi riscontra qualche difficoltà nel processo di
apprendimento.
Ecco perché è importante che gli educatori e gli insegnanti sappiano
riconoscere e gestire al meglio i bambini con disturbo dell’apprendimento. Un approccio
non consono potrebbe inibire il loro apprendimento e sviluppo cognitivo. Le
emozioni negative riescono ad alterare significativamente l’elaborazione degli
stimoli da parte del bambino, impattando in modo deleterio sulla sua serenità
direttamente collegata alla sua voglia di imparare.
Il senso di inadeguatezza porta a uno scarso apprendimento che se
protratto per diversi anni scolastici porta a una destabilizzazione totale.
Apprendimento ed emozioni in età prescolare
Sia all’asilo nido, che alla scuola materna sembra quasi che i programmi
didattici siano scollegati dal risultato, ma talvolta non è così. Gli educatori
con il loro comportamento possono generare emozioni negative o positive
legate direttamente al processo di apprendimento dei bambini.
Anche in un semplice gioco, il modo di porsi di un’insegnante fa la differenza.
Quando l’educatore mostra impazienza, insoddisfazione, o frustrazione,
il clima diventa teso e il bambino riesce subito a riconoscere una situazione
che lo mette fortemente a disagio. Quando invece l’insegnante tende a incoraggiare
i propri bambini e a veicolare emozioni positive, sarà più facile per i
bambini collegare un senso di benessere all’apprendimento in generale di
qualsiasi nozione. Gli educatori devono prendere la consapevolezza di non avere
il solo ruolo di insegnare una materia ai bambini, ma anche ad avere un buon
rapporto con le proprie emozioni, imparare a riconoscerle e a gestirle per
riuscire a trasformare gli sbagli in possibilità di miglioramento e a celebrare
i propri successi. I bambini crescendo si ricorderanno di tutte queste emozioni
positive e negative e dal loro rapporto con esse dipenderà anche la qualità del
loro apprenderanno.
Questo articolo non sostituisce in alcun modo il parere di un medico.