In un momento particolare come quello che l’Italia e il mondo intero vivono da qualche settimana a questa parte, sono molti i temi che, parallelamente alla primaria emergenza sanitaria, emergono da uno status insolito che ci vede tutti
relegati nelle nostre abitazioni. Nonostante ciò, si è però reso necessario mantenere una sorta di continuità, se pure inusuale, per non impedire che il
Sistema Paese si blocchi completamente e, lì dove è stato possibile un efficace intervento, ecco che è prontamente giunta una risposta
. Un ambito tra tutti: quello dell’istruzione che, nel giro di pochi giorni, si è letteralmente rivoluzionato per consentire a milioni di allievi di tutte le età di proseguire con il rispettivo percorso di studi.
Le definizioni dell’e-learing
Di fatto si è trattato di un breve quanto efficace percorso che ha condotto, appunto,
all’e-learnig e che parrebbe, al momento, l’unica soluzione plausibile per questa emergenza. Ma quali sono i dati che emergono da questo
nuovo modo di fare scuola per il nostro Paese? Vi proponiamo alcuni spunti da uno speciale approfondimento sul tema condotto recentemente da
Il Sole 24 ORE (più precisamente la guida “La scuola da casa”) che ha riportato pareri e statistiche di vario tipo. Un
“media perfetto”, ecco come è stato definito nel documento l’apprendimento a distanza da
Daniela Lucangeli, professore Ordinario in Psicologia dell’Educazione e dello Sviluppo e prorettrice l’Università di Padova, senza dimenticare la più celebre citazione di queste settimane ovvero quella del saper
“Trasformare l’emergenza in un’opportunità” della
ministra all’Istruzione Lucia Azzolina che ha chiosato in tal senso proprio sull’e-learing.
Alcuni numeri e il caso d’eccellenza cinese
Ma dati alla mano, in un
articolo di Stefano Carrer, il documento propone anche un caso d’eccellenza che arriva direttamente dalla Cina che, a seguito dell’emergenza Covid-19, ha registrato una crescita esponenziale dell’utilizzo delle piattaforme e-learning ma che, in effetti, vedeva il Paese partire già da una ottima base. E infatti parrebbe che
nel 2018 il mercato dell’educazione online avesse fatto registrare un balzo del 25,7% a 251,7 miliardi di yuan ovvero di circa 36 miliardi di dollari (stime di iResearch Consulting Group) e che per la società di ricerche Frost & Sullivan,
entro il 2023 il mercato cinese arriverà intorno ai 100 miliardi di dollari investiti. E sempre nel medesimo documento de Il Sole 24 ORE risulta che la Cina è il primo investitore nelle tecnologie didattiche, seguita dagli USA, poi dal resto del continente asiatico (non Cina), dall’Europa e, infine, dal resto del mondo con
una forbice molto ampia tra il primo investitore e l’Europa stessa. Parlando più specificamente di priorità, dalle
proiezioni per il 2030 di un documento redatto dall’ONU, la formazione di qualità è collocata al quarto posto tra le necessità di portata mondiale dopo l’abbattimento della povertà (primo posto), della fame (secondo posto), del perseguimento della salute e del benessere (terzo posto).
Conclusioni sull’attualità del modello
Quali conclusioni si possono trarre da queste primissime e appena accennate suggestioni? Certamente che
la formazione a distanza è una necessità per tutti i Paesi evoluti. L’emergenza mondiale che stiamo vivendo ne ha, probabilmente, accelerato la divulgazione in nazioni come l’Italia in cui è sempre stata maggiormente radicata la tradizione accademica delle lezioni in aula. Un miglioramento necessario di quello che oggi viene utilizzato sarà senz’altro auspicabile per i tempi futuri.
Il Centro Europeo di Formazione ha da sempre creduto nella formula vincente della F.A.D. e oggi più che mai continua la propria attività di divulgazione di tale necessario strumento che è la risposta più avanzata alle esigenze reali di una società che
non può permettersi di fermarsi in alcun modo. Recentemente tale concetto la scuola lo ha ribadito con
un video divulgato tramite la holding Ebano di cui CEF fa parte che parla di eccellenza italiana, di resilienza e della
grandissima risorsa dell’e-learing di cui il Centro Europeo di Formazione è orgogliosamente leader nazionale del settore. Con programmi ben definiti e continuamente aggiornati,
CEF è da più di dieci anni proiettata verso il futuro e sempre in evoluzione; la scuola non si è mai fermata durante l’emergenza: i consiglieri, i docenti, e l’intero staff manageriale hanno continuato e continuano a erogare corsi alle migliaia di iscritti che proseguono con la normale formazione direttamente da casa, in questi giorni così come facevano già prima che scoppiasse la pandemia mondiale.
Fonte dati: Il Sole 24 ORE le guide La scuola da casa
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